“Se il presidente italiano chiedesse scusa a Lubiana per le vittime dell’occupazione di parte del territorio sloveno, iniziata dall’esercito italiano nell’aprile del 1941, si potrebbero chiarire molte cose accadute 80 anni fa. L’interrogatorio scatterebbe anche tra l’opinione pubblica italiana, che Non potevano ignorarlo, e molti di loro rimarrebbero sorpresi dalle risposte. I posti per le scuse degli italiani non mancano – e Gravel Cave è uno dei più simbolici, a suo avviso. Dott. Gorazd Bajcprofessore ordinario di storia alla Facoltà di Filosofia di Maribor.
“Comprendere la violenza del dopoguerra acquisterebbe finalmente il suo significato storico e faciliterebbe così il superamento del trauma, che probabilmente porterebbe – prima o poi – anche alla riconciliazione”, ritiene l’interlocutore. Durante la celebrazione del Giorno della Memoria delle Vittime di Febe e dell’Esodo, il 10 febbraio, la politica italiana e l’opinione pubblica hanno quasi completamente dimenticato le sofferenze causate in passato dall’occupazione italiana nel nostro Paese e nel resto della regione.
Lo storico si chiede come si possa realizzare in un clima del genere il progetto transfrontaliero di Capitale Europea della Cultura. La storiografia slovena e italiana si è finora interessata in modo sistematico e analitico allo studio delle vittime tra le due guerre e nel dopoguerra di entrambe le parti? Quante vittime causò l’occupazione italiana durante la seconda guerra mondiale e perché l’Italia perse l’Istria e la Dalmazia dopo il 1947? Che dire del rispetto reciproco tra le due nazioni?
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