Papa Francesco e altri alti funzionari religiosi in Italia hanno espresso profonda tristezza nell’apprendere che dozzine di migranti sono nuovamente annegati al largo della costa meridionale italiana.
“Prego per coloro che sono morti in mare, compresi molti bambini, per i dispersi e per tutti i sopravvissuti”, ha detto il santo padre. durante la preghiera di adorazione degli angeli ieri a mezzogiorno in Vaticano. Come riportato dal portale web Notizie vaticaneil capo della Chiesa universale ha anche invitato alla preghiera per l’Ucraina e per le vittime del terremoto in Siria e Turchia.
Il papa ha ringraziato in modo particolare quanti hanno prestato i primi soccorsi ai migranti dopo il naufragio della loro nave, e quanti hanno accolto i disgraziati nel loro mercoledì e si sono presi cura di loro.
250 passeggeri su un peschereccio
Secondo le ultime informazioni, più di 60 persone sono annegate nel naufragio di un’imbarcazione nel sud della Calabria, avvenuto nelle prime ore di ieri mattina. I media italiani hanno inizialmente riportato più di 40 corpi bloccati, molti dei quali bambini, ma oggi quel numero è aumentato. La barca con cui erano salpati dalla Turchia quattro giorni fa si è scontrata con scogli a pochi metri dalla riva davanti al paese di Steccato di Cutro in Calabria e si è spezzata in due.
Secondo alcuni testimoni, a bordo della nave c’erano circa 250 persone, quindi è possibile che il bilancio finale delle vittime sia stato notevolmente più alto.
Secondo alcuni testimoni, a bordo della nave c’erano circa 250 persone, quindi è possibile che il bilancio finale delle vittime sia stato notevolmente più alto. Si dice che la nave abbia passeggeri provenienti da Afghanistan, Iran e Pakistan. Guardie costiere, Croce Rossa, vigili del fuoco e volontari sono riusciti finora a soccorrere circa 80 migranti: quelli infreddoliti e fradici sono stati portati negli ospedali vicini. Le autorità italiane stanno ancora usando le barche per cercare i dispersi.
Melonieva: Il rilascio della licenza di navigazione è stato un atto criminale
Ieri il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha espresso il suo “profondo rammarico per le tante vite umane accorciate dai trafficanti di esseri umani” e ha definito “criminale” il fatto di aver autorizzato la navigazione di una “nave di soli 20 metri di lunghezza con almeno 200 persone a bordo, con condizioni meteorologiche estremamente avverse.” Nelle sue parole, “è disumano cambiare la vita di uomini, donne e bambini per il prezzo di un ‘biglietto’ pagato con la falsa prospettiva di un viaggio sicuro”.
In Calabria, a causa del tragico naufragio, le bandiere sono ora ammainate a mezz’asta.
Secondo STA, le autorità hanno arrestato tre cittadini turchi che avrebbero pilotato l’imbarcazione in relazione all’incidente, e in Calabria, a causa del tragico naufragio, oggi le bandiere sono state ammainate a mezz’asta.
Card. Zuppi: Il Mar Mediterraneo è diventato in 20 anni un grande cimitero
Sulla nuova tragedia mediterranea è intervenuto anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana: “Il Paese prova profonda tristezza e dolore per un altro incidente navale, già incalcolabile di fila, che si sta producendo sulle nostre coste. Le vittime appartengono a tutti noi, le sentiamo nostre».
Questa tragedia ci ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati deve essere affrontata in modo responsabile e umano.
In un comunicato, il card. Zuppi ha assicurato che la Chiesa in Italia si è unita alla “preghiera del Santo Padre per ciascuno di loro, per coloro che sono ancora dispersi e per tutti i sopravvissuti”. Come ha detto, questa tragedia ci ricorda che “la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata in modo responsabile e umano”, e ha proseguito come “il Mar Mediterraneo è diventato in 20 anni un grande cimitero. Opzioni e politiche nazionali ed europee servono, con una nuova determinazione e una nuova consapevolezza: se non lo facciamo, incidenti simili possono ripetersi ancora e ancora”.
Ha infine sottolineato la necessità di una “presa di coscienza europea e internazionale”, che si manifesti in una “risposta strutturale, comune e unitaria tra istituzioni e Paesi competenti”.
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