L’Italia finora è stata indecisa: a causa di interessi privati, non ha mai creato una zona cuscinetto per fermare la diffusione della malattia. xylella. Ma ora forse i cani come lui aiuteranno Elisa.
“Nei vivai, nelle piantagioni e nei porti in cui vengono importate piante dall’estero in Italia, potrà essere effettuata una prima ispezione con cani che odorano piante infette,” spiega l’addestratore di cani Mario Fortebraccio.
Un batterio xylella trasmessa da un insetto chiamato sputacchina. I cani potrebbero essere più veloci della scienza per quanto riguarda i sintomi dell’infezione con xylello arrivano tardi. “Il 40 per cento della provincia è già infetto” spiega il ricercatore agricolo Sposato Saponari e aggiunge: “Gli insetti si nutrono della parte superiore e trasportano i batteri nella pianta. A causa dell’infezione, le vene si bloccano.”
Cerca piante infette con l’aiuto di cani in grado di fiutare l’infezione e quindi di identificare la pianta malata sembra promettente, dice Fortebraccio.
Batteri xylella ha finora distrutto il 90% degli uliveti della regione leccese sul tacco dello stivale italiano e, negli ultimi anni, si è diffuso nei dintorni di Brindisi e Taranto e si sta avvicinando a Bari. Secondo gli ultimi dati, circa 20 milioni di ulivi sui 50.000 ettari di uliveti pugliesi sono già morti a causa di infezioni.
Alcuni produttori hanno sostituito gli alberi secchi con varietà più resistenti, secondo con piantagioni di frutta esotica e la maggior parte di esse ha abbandonato, almeno temporaneamente, la coltivazione dell’olivo.
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