Tre italiani hanno scoperto come sfruttare la benedizione delle giornate di sole nel sud del loro paese per arrostire la loro bevanda quotidiana
Alcune invenzioni vengono create prima ancora di pensare a cosa potrebbero essere utilizzate. È successo a tre colleghi della piccola azienda agricola Digitarch di Roma. Gli ingegneri Antonio Durbé e Daniele Tommei e l’architetto Luca Del Bufalo hanno inventato e costruito supporti robotici per specchi e pannelli solari, “girasoli” che seguono il movimento del sole nel cielo durante il giorno per catturare la maggior energia potenziale. Per molto tempo hanno pensato a dove potesse essere utilizzata questa invenzione. Tutto quello che sapevano era che avrebbero dovuto usarlo per una sorta di tecnologia verde. Forse una nuova idea è saltata fuori proprio quando ha annusato il “succo di produttività” fresco, acuto e corto: il caffè.
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Nel cortile della casa di paese Del Bufalo, gli ingegneri hanno realizzato il puro sole (sole puro), il primo e finora unico dispositivo in cui è possibile tostare il caffè sfruttando i raggi del sole. Per tutte le parti della macchina è richiesto uno spazio di duecento metri quadrati. Gran parte dello spazio è occupato dalle scaffalature degli specchi, che catturano i raggi del sole dalla mattina alla sera, che serviranno per tostare i chicchi di caffè senza utilizzare elettricità o combustibili fossili.
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Oggi il caffè viene principalmente tostato in grandi forni a gas o elettrici. L’aria viene riscaldata a 300-400 gradi Celsius e il calore viene trasferito ai grani dal guscio esterno al centro. La suola di Puro, invece, funziona in modo del tutto diverso: il chicco viene tostato dall’interno, intero e tutto in una volta. Per tostare un chilo di caffè occorrono due metri quadrati di specchi. Cento specchi riscaldano ogni chicco di caffè a una temperatura di 240-250 gradi Celsius e tostano 50 chilogrammi di caffè in venti minuti.
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Gli specchi catturano la luce solare e la dirigono verso una parte del dispositivo attraverso un tamburo trasparente e arioso. Almeno il 90% della luce deve penetrare nel chicco, perché ogni chicco deve esservi esposto. La luce focalizzata che raggiunge lo specchio è da 25 a 100 volte più forte della normale luce solare. Le loro cornici forniscono fasci di luce speculare per tutto il giorno. Ecco perché hanno scelto una casa in paese: nel sud Italia ci sono molte giornate di sole tutto l’anno.
Hanno iniziato a vendere il loro caffè come Nero22 e affermano che la tostatura al sole preserva meglio il gusto e l’aroma del caffè. Il loro obiettivo principale è vendere la loro invenzione prima in tutta Italia e poi in tutto il mondo. Fanno notare che per tostare una tonnellata di caffè, un forno a gas emette 400 chilogrammi di anidride carbonica, ma il sale puro non ne produce. Anche i meccanismi che ruotano gli specchi e il tamburo sono alimentati da energia solare con piccoli pannelli solari. Il caffè nero esce dal forno solare, ma rimane verde nello spirito.
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