Ora Sveta condividerà Lucia

L’idea di rinominare la colonia Lucija in Sveta Lucija è vecchia quanto il vecchio nome Lucija, cioè dal 1952. Ma fino al 1991 era blasfemo pensare che qualcuno facesse una proposta del genere, ma dopo il 1991 azioni simili furono seguite periodicamente ogni dieci anni, se non ogni cinque anni. Tuttavia, non c’è mai stata abbastanza volontà politica, o massa critica nella località, per portare il cambiamento. Altri luoghi dell’Istria, anch’essi colpiti dalla profanazione, ad esempio Sv. Pietro, che divenne Corvo, Sant’Antonio, che fu ribattezzato Pridvor, Korte, che fu convertito a Dvore, nel 1992 ripresero i loro nomi dall’origine, ma Saint Lucia non è stata così fortunata.

Paradossalmente, le argomentazioni reciproche reggono per la maggior parte, basta decidere a cosa dare la priorità. Perché Santa Lucia è stata ribattezzata dal governo autoritario semplicemente per cecità ideologica, senza dibattito democratico. Ma in realtà, tutte le autorità del mondo sono inclini a nominare ed etichettare il nuovo territorio dopo la conquista. È anche vero che le ingiustizie devono essere sanate. L’argomento che Lucija è un nuovo insediamento dell’era socialista che ha poco in comune con la “vecchia” Sv. Lucie. Sorprende la divisione per nazionalità su questa questione: Santa Lucia e le frazioni circostanti erano etnicamente miste, gli abitanti parlavano un po’ sloveno e un po’ italiano. A Santa Lucia aveva una scuola slovena nel 1911, quindi non c’è motivo per cui i portatori del cambio di nome fossero solo membri del consiglio comunale della comunità nazionale italiana.

La maggior parte dei residenti non sostiene il cambio di nome, anche perché loro e i loro antenati sono venuti a Lucia dopo il cambio di nome.

Certo, gli iniziatori hanno tatticamente eseguito male la campagna di ridenominazione. Non hanno ottenuto il preventivo appoggio di importanti gruppi politici e di interesse a Pirano, e allo stesso tempo hanno scelto un momento imbarazzante in cui il debole sindaco non controlla il consiglio comunale e l’opposizione non è abbastanza forte per affermare la sua volontà. Il fatto che il Comune di Pirano manchi di ampiezza e raffinatezza in questo mandato è, tuttavia, dimostrato in quasi ogni riunione.

Così, annunciando un referendum, la politica pone la decisione sulle spalle degli stessi abitanti, consapevole che la maggioranza della popolazione non sostiene i cambiamenti. Anche perché la stragrande maggioranza degli odierni abitanti, o loro antenati, giunse a Lucia dopo che fu ribattezzata. Poiché il dibattito sul cambio di nome in consiglio comunale era già bilioso – si parlava, tra l’altro, di Mussolini, dei fascisti e del comunismo, per non parlare del timore di costi aggiuntivi per gli abitanti – si può solo immaginare fino a che punto il dibattito si spingerà raggiungere la campagna elettorale che sarà sovrapposta alle elezioni comunali. E invece di trovare soluzioni sostanziali ai problemi reali degli abitanti di Lucija, gli abitanti saranno divisi su un problema immaginario.



Joachim Femi

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