L’Italia si oppone al mantenimento in esercizio della centrale nucleare di Krško, riferisce l’agenzia di stampa ANSA e alcuni altri media italiani. La Commissione nazionale per la valutazione degli impatti ambientali transfrontalieri ha emesso parere negativo per prolungare il ciclo di vita della centrale nucleare dal 2023 al 2043. Tra le ragioni, molte di esse sono legate alla sicurezza, ha sottolineato in una posta su Facebook Fabio Scoccimarrorappresentante della regione Friuli-Venezia Giulia, responsabile per l’ambiente.
Provengono dall’organizzazione Alpe Adria Green (AAG) il mese scorso comunicatoche un gruppo di esperti nel campo della sismologia – Pierre Suhadolc, Kurt Decker, Giovanni Costa e Livio Siroviè – in una relazione al parlamento italiano, hanno avvertito dell’insufficiente sicurezza sismica del nucleo dell’edificio Krško, motivo per cui si sono opposti all’estensione del suo funzionamento.
Un’importante fonte di energia
La centrale nucleare di Krško produce circa il 38% dell’elettricità totale slovena, il che la pone al vertice della produzione di elettricità slovena. L’impianto rifornisce la Croazia.
“Quando è stato costruito nel 1983, la vita minima della struttura era prevista in quarant’anni, ma in quel tempo sono stati fatti molti aggiornamenti di sicurezza e altri e sono state fatte molte analisi. , da cui emerge che dal punto di vista visione della protezione del clima, della riduzione delle emissioni di gas serra, dell’abbandono dell’uso dei combustibili fossili, della sicurezza e dell’economia, dell’allungamento della vita utile, una soluzione sensata che si è affermata anche in altre parti del mondo, quindi le condizioni tecniche sono state create affinché la centrale di Krško possa funzionare per almeno altri vent’anni, cioè fino alla fine del 2043”. rapporti sul funzionamento della centrale nucleare di Krska all’inizio di quest’anno.
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