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“Abbiamo fatto un passo avanti rispetto a ciò per cui eravamo altrimenti impegnati – la conservazione, la promozione e lo sviluppo della nostra lingua e della nostra cultura – vogliamo mostrare l’importanza delle minoranze come valore aggiunto per il turismo culturale”, ha affermato Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, l’organizzazione mantello degli italiani in Slovenia e Croazia. Insieme ai partner del progetto transfrontaliero europeo Primis, stanno realizzando, tra l’altro, quattro centri multimediali che rappresenteranno in modo completo gli italiani in Slovenia e gli sloveni, i friulani ei ladini in Italia, arricchendo l’offerta turistica dei luoghi in cui vivono le minoranze.
Inoltre è stato lanciato un portale web in sloveno, italiano e inglese (https://primisproject.regione.veneto.it/home), attraverso il quale è possibile scoprire i luoghi e il patrimonio culturale legati a singole minoranze – tra cui la comunità di lingua germanica Kimbri, che vivono nelle regioni montuose del Veneto. Nell’ambito del progetto da 2,8 milioni di euro, cofinanziato principalmente da fondi europei, la maggior parte è stata il restauro di una parte dello storico Palazzo Gravisi-Buttorai a Capodistria, che costava poco meno di un milione di euro.
“Il centro multimediale della Casa Nazionale di Trieste è una vetrina di ciò che rappresenta oggi la minoranza slovena in Italia e di ciò che può offrire attraverso il suo patrimonio culturale e storico in termini di turismo”, ha dichiarato Martin Lissiach, rappresentante dell’Associazione Projekt, che è stata fondata dalle due organizzazioni ombrello delle minoranze slovene in Italia, l’Associazione culturale ed economica slovena e il Consiglio delle organizzazioni slovene.
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