Quando il tonno in scatola costa ancora il 60% in più

Lo shopping è tradizionalmente il motivo più comune per attraversare il confine dall’Italia alla Slovenia. Al secondo posto, soprattutto per i residenti italiani, c’è la visita ai ristoranti, seguita da altre attività che collegano le persone oltre confine. Su entrambi i lati del confine, siamo così abituati ai clienti sloveni nei negozi italiani e viceversa. La decisione di acquistare in un paese vicino è sicuramente una combinazione di vari fattori, tra i quali i più importanti sono: il desiderio o la necessità di acquistare prodotti che non sono disponibili in un altro paese, la qualità dell’offerta e, soprattutto, una migliore prezzi. Questi sono cambiati negli anni e sono in costante aumento in entrambi i Paesi: negli ultimi mesi, a causa del forte aumento del prezzo dei prodotti energetici e del rallentamento delle filiere, le differenze si stanno assottigliando, ma persistono. E spesso sono molto grandi, quindi chi fa regolarmente la spesa nel paese vicino confermerà che paga di più “dall’altra parte”.

Monitorare i prezzi e le diverse promozioni è un vero e proprio lavoro che richiede sia tempo che occhio attento, ma sicuramente ripaga per gli acquirenti di entrambe le parti, anche se probabilmente chi vive in Italia sta meglio: una combinazione di rifornimento (dove la differenza di prezzo è notevole ) e frequentare negozi locali sul versante sloveno rimane non solo un’abitudine consolidata, ma un importante mezzo per ridurre le spese mensili.

Siamo entrati nel 2022 con prezzi più alti e la certezza che si verificheranno ancora ulteriori aumenti, quindi gli acquisti più intelligenti o almeno più economici sono sicuramente i benvenuti. Per scoprire quali prodotti sono i più convenienti da entrambe le parti, siamo andati a fare shopping in due centri commerciali vicino al confine. Il venerdì mattina è stato tranquillo a Trieste e Capodistria e come al solito abbiamo incontrato clienti italiani e sloveni in entrambi i punti vendita. La prima osservazione è che gli acquisti transfrontalieri rimangono una pratica comune.

In due supermercati più grandi, abbiamo quindi verificato quanto ci costa fare un acquisto medio degli stessi prodotti di base che solitamente abbiamo in magazzino a casa. Pasta e riso, ad esempio, costano il 20% in meno in Italia, e il prezzo di uno dei marchi di tonno (italiani) più conosciuti è fino al 60% più alto in Slovenia (18 euro al chilogrammo contro gli 11 euro in Italia).

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Giuliano Presutti

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