Non ha senso scrivere della nazione più culturale del mondo cinque giorni dopo la vacanza culturale. Che siamo la nazione più culturale è dimostrato dal fatto che abbiamo feste culturali. Semplice! Tu dici ad alta voce: Non sono spaventato! O Non sono povero!, Non sono malato!, io non volo! …e la parola si fa carne. Questo sarebbe ancora più vero se facessimo una vacanza all’insegna del coraggio, dell’abbondanza, della salute, dell’onestà… e poi vedremmo quanto in alto si classificherebbero gli sloveni nella classifica mondiale delle varie esibizioni. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una vera vacanza.
Diamo uno sguardo ai vicini, cosa ha detto l’attore premio Oscar agli italiani e al mondo il 7 febbraio Roberto Benigni nell’introduzione al controverso festival (sia progressista che arretrato) di Sanremo sui 75 anni di costituzione italiana. È un’opera d’arte che canta, sfida tutte le forze e ci dice che un mondo migliore è possibile. È un sogno che ci insegna la libertà e i diritti umani, schiaffeggia la violenza e lotta contro l’oppressione. Ciò dimostra che il sognatore va oltre il pensatore. Benigni ha sottolineato che i padri e le madri costituzionali italiani hanno compiuto un miracolo grazie all’unificazione.
Roberto Benigni FOTO: Stephan Mahé/Reuters
Se dimentichiamo per un attimo ciò di cui parlano quasi tutti gli italiani il 10 febbraio, nell’undicesimo articolo della loro costituzione del 1948 è scritto: “L’Italia ripudia la guerra come mezzo per attentare alla libertà delle altre nazioni e come mezzo per controversie internazionali…” Se tutti i paesi del mondo inserissero questo articolo nelle loro costituzioni, semplicemente non ci sarebbe più guerra, osserva l’ottimista Benigni, che ha reso omaggio ai padri fondatori: Alcide De Gasperi, Nilde Iotta, Sandro Pertini , Bernardo Mattarella, il padre dell’attuale presidente Sergio Benigni ha lusingato il presidente Mattarella, che ha partecipato per la prima volta nella storia al festival di Sanremo: “Tu e la nostra costituzione avete lo stesso padre. Quindi, possiamo dire che la costituzione è vostra sorella”.
Ancora più importante, secondo Benigni, è l’articolo 21 della Costituzione, che recita: “Ognuno ha diritto di esprimere liberamente la propria opinione. Questo articolo è un potente pilastro di tutte le libertà umane. Era sancito nella carta fondamentale perché prima, al tempo del fascismo, anche in Italia, non era possibile pensare liberamente. Certo, non era possibile organizzare Sanremo, perché potevano cantare una sola canzone che inneggiasse al Duce, all’esercito, al partito, al potere… Imprigionavano chiunque mandasse un solo pensiero. La Costituzione del 1948 libera gli italiani: “Prima gli italiani dovevano avere paura. Ai tempi del fascismo non potevano permettersi l’articolo 21″.
Benigni ha potuto parlare dei giorni “bei” del Duce, solo perché la Rai è un nido di sinistra.
“Dirai che una tale costituzione è l’ideale. È vero, ma è anche un grande vantaggio, perché i nostri padri ci hanno indicato la strada. Hanno fatto di tutto, ma ci hanno lasciato solo una cosa: realizzare questo sogno”, ha sottolineato l’artista. Il discorso di Benigni e l’arrivo di Mattarella al festival di Sanremo hanno molto irritato Salvini, per non parlare di quello di Berlusconi. Il buon momento del Duce, solo perché la Rai è un nido unico di sinistre italiane.Esibendosi al festival, Benigni e Mattarella avrebbero commesso un sabotaggio contro la destra poco prima delle elezioni provinciali e in un momento in cui Giorgio Meloni deve lottare in tutta Europa per miliardi in aiuto all’Italia. Da allora, e per la serie di eccessi “immorali” sul palcoscenico dell’Ariston, la Meloni dovrebbe silurare i vertici della Rai nazionale, che Fratelli d’Italia chiamano. aspetto di vedere come si fa!)
Amadeus, l’attuale papà del festival di Sanremo.
Tutta colpa di Amadeus, che non si è riscattato né con il ricordo unilaterale delle debolezze di venerdì né con la lettera letta dal presidente dell’Ucraina alle due del mattino di domenica. Se nel suo intervento Mattarella poteva citare oltre ai delitti anche i delitti fascisti e i campi di sterminio, gli italiani, di destra e di sinistra, il 10 febbraio, durante la loro più grande festa culturale a Sanremo, dimenticano in genere i loro delitti, gridano solo per un frammento della storia e le gravi ingiustizie che “all’improvviso” hanno inflitto loro “mareshala Tito” per “pura pace”. Già venerdì dimenticano ciò che Roberto Benigni ha martellato a casa così chiaramente e così forte martedì. Per molto tempo il genio sarà una spina nel fianco della “dimenticanza”, dell’arroganza, della violenza e dell’odio italiani, soprattutto verso chi non li ha calpestati abbastanza. E questo semplicemente perché gli oppressi hanno resistito alla violenza fascista e l’hanno superata. Non avremo mai un alleato dei fascisti oppressi più grande di Benigni. Mattarella, antifascista, questa volta gli si è inchinato. È venuto al festival solo per la sua esibizione, lo ha applaudito, poi se n’è andato. Sembra progresso e speranza: Eppur si muove! Rallenta, sta girando!
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