Sindacati e politica d’accordo su trasmissioni Rai minoritarie e cooperazione transfrontaliera

Il consiglio politico del Friuli Venezia Giulia, qualunque sia il suo colore politico, sostiene le proposte dei sindacati locali nel quadro della realizzazione di un nuovo accordo tra la presidenza del governo italiano e la radiotelevisione nazionale RAI per i programmi in lingua slovena e friulana lingue, che non rappresentano solo un servizio per queste due comunità nazionali, ma sono un arricchimento sia per l’azienda RAI che per l’intera comunità locale, nonché per la più ampia area transfrontaliera di FJK, Slovenia e Croazia. È questo il messaggio della conferenza stampa di oggi (31 ottobre) al Circolo dei giornalisti di Trieste, dove è stato presentato il contenuto della bozza del nuovo contratto per la fornitura dei servizi Rai, proposta dalla maggioranza alla Commissione di controllo della radiofonia parlamentare. e Servizi Televisivi, nonché le proposte dei sindacati riguardanti la creazione di nuove convenzioni per le trasmissioni in lingua slovena e friulana.

I rappresentanti sindacali Ingrid Stratti (Assostampa), Jan Leopoli (Slc Cgil), Cristian Cociancich (Fistel Cisl) e Carlo Morello (Uilcom Uil) hanno sottolineato che la Commissione parlamentare di controllo della RAI ha accolto alcune delle proposte presentate nel convegno di maggio di quest’anno, che si è svolto a Nova Gorica ed è stato dedicato a questi temi. Si tratta principalmente dell’obbligo di assicurare condizioni di tutela delle minoranze linguistiche riconosciute e di garantire che i segnali televisivi dei programmi in lingue minoritarie abbiano la stessa qualità di quelli dei canali più importanti della RAI, oltre che i programmi radiofonici in lingue minoritarie anche le lingue verrebbero trasmesse con la nuova tecnologia DAB e che, nel quadro della cooperazione transfrontaliera, verrebbero ritrasmessi anche programmi radiofonici di emittenti straniere importanti per le minoranze, come già avviene per i programmi televisivi. Infine, la bozza di contratto prevede anche la digitalizzazione degli archivi audiovisivi dei programmi destinati alle minoranze linguistiche. Quanto sopra si riflette anche nelle proposte di una nuova convenzione per le trasmissioni in lingua slovena o friulana, che verranno rese pubbliche oggi e che probabilmente verranno prorogate di sei mesi. Per gli sloveni viene proposto un importo annuo di 4.517 ore di trasmissioni radiofoniche e 208 ore di trasmissioni televisive in sloveno e 1.667 ore di trasmissioni radiofoniche in italiano, mentre per il Friuli 150 ore di trasmissioni radiofoniche e 40 ore di trasmissioni televisive in friulano, alle quali 48 vengono offerte ore di trasmissioni radiofoniche. A queste si aggiungono 60 ore di radio e 60 ore di televisione, notiziari televisivi in ​​questa lingua. Inoltre si propone di fornire anche lo streaming video per le dirette radiofoniche sulla piattaforma RaiPlay, nonché di formare profili specifici per la fruizione sul web. Per ciascuna delle due comunità si propone di creare una commissione mista tra il dipartimento editoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dežela FJK e la società RAI, che dovrebbe essere responsabile del controllo della programmazione dei programmi radiofonici e televisivi nonché della correttezza e qualità dei programmi. utilizzo trasparente delle risorse finanziarie previste a tal fine.

Le proposte dei sindacati hanno incontrato il favore della politica locale, poiché sono state sostenute da numerosi consiglieri regionali e parlamentari presenti di tutti gli schieramenti politici, nonché dai rappresentanti sindacali regionali e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali transfrontaliere tra la FJK e la Slovenia e la FJK e Croazia, nonché rappresentanti del sindacato dei giornalisti Assostamp, del Circolo dei giornalisti e degli ordini regionali dei giornalisti e dell’Unione italiana, l’organizzazione ombrello della comunità nazionale italiana in Slovenia e Croazia. La convinzione dominante era che il rafforzamento o la promozione di programmi nelle lingue minoritarie e di programmi transfrontalieri non avvantaggi solo le comunità minoritarie, ma l’intera popolazione, rappresenta quindi un valore aggiunto.

Agnese Alfonsi

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