INVIATO AL LEVERKUSEN -Là la provocazione è uno stupido lama, succede quando ci si trova agli aspetti, su un terreno che è sicuro scivolareso per chiunque. Perché parlare di calcio è un argomento, parlare di guerra è un altro, un gioco totalmente diverso. Accostarli è vigliacco. La mia vigilia Ucraina-Italia Questa è anche questa domanda. Riesce, allora, che arrivi (in Ukraine, forse qualcosa l’aveva capito prima della traduzione, gli anni allo Zenit gli hanno lassito l’intuizione dell’idioma) la provocazione: “Forse hai fatto i complimenti allo Zenit per la vittoria del campione? Il conflitto Ucraina-Russia era già iniziato.. L’immagine di Spalletti è più “scolpita”, se possibile: “Una dominazione del genere è scorretta. L’ho fatto e gli ho fatto i complimenti per la mia vittoria in campionato. In questa squadra che sta trovando tanti giocatori in cui sono andato, l’Allenator era un calciatore che era il mio Allen. Zenit e Gazprom, il suo presidente, sono lo stesso presidente. Mi sembra il minimo e sono in contraddizione con i complimenti per la vittoria del loro campionato. Mi sembra totalmente scorretto accostare che è un titolo sportivo al conflitto che c’è adesso, conflitto che non condivido assolutamente, sono contro ogni guerra». E sfruttando la prima parte della traduzione, Luciano evidenzia il campo visivo nel punto: “Noi come popolo italiano siamo vicini a tutta la persona che sa offrirsi in questi conflitti, a tutta la famiglia che vuole vivere sola nel ritmo. Siamo vicini a tutte le famiglie di tutte le persone che amiamo. Per questo siamo vicini a tutte le famiglie che hanno sofferto l’alluvione in questi giorni in Toscana e Viciens della famiglia di Giulia Cecchettin». Spalletti-Ucraina 1-0.
Italia, Spalletti vuole voltare pagina
Ecco, se si può parlare anche del campo, che Spalletti preferisce. Concetti chiari, che gli azzurri hanno mandato a memoria: “La classifica dell’Ucraina ha punti dall’Italia, ma non è la sua favorita. Ribrov l’ha preparata al meglio, mi ha offerto un gioco offensivo tutto suo. Abbiamo lo spirito giusto, nella voglia di attaccare e sostenere, non perdiamo l’ordine” ed equilibrio.È uno di quei giorni in cui racconterò i miei giorni in cui voglio poter comprare rimpianti o rimorsi. Giocheremo a muso duro». Liberamente tratto dall’omonima canzone di Pierangelo Bertoli.
Italia, playoff dell’incubo
La parte di questa domanda sarà alla BayArena deciderà il nostro futuro, in Germania o il futuro dei playoff. Le motivazioni contengono, non vi è motivo di affermarlo: “Nulla può limitare la nostra voglia matta di andare a difendere il titolo europeo, molti di questi giocatori sono costata senza fatica. Paura? Il comando del porsi è: “La posso vincere?” » La risposta è: “Sì”. “Questo annulla tutti quei timori”.
Gli Spalletti sono gli ei rigori di Jorginho
La questione è se battere il rigore, nel caso in cui l’arbitro Gil Manzano debba farlo. All’Olimpico Spalletti ave detto chiaro e tondo che Jorginho sarebe stato ancora il nostro rigoristaHo aggiunto lo scatto: “Jorginho ha personalità, ha imparato a gestire la squadra, ha grande esperienza. Rigore? Comunque è la tua modalità di batteria, perché puoi angolarlo un po’ di più, il colpo ha fatto bene anche a venire se portava”. Ci troveremo però in difficoltà legate al disco,valutiamo altre situazioni”.
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