Štefan Falež, l’uomo che ha aperto le porte agli sloveni in Vaticano e nella politica italiana

Piazza San Pietro, Vaticano | (foto: Pixabay)

03.12.2020, 18:54

Il tuo Gorjup

In connessione con gli eventi che segnano i 30 anni del nostro cammino verso l’indipendenza, quest’anno abbiamo più volte menzionato San Giovanni Paolo II. e l’arcivescovo Alojzije Šuštar. Se lo merita anche il loro collega e amico Štefan Falež. Il loro viaggio di vita iniziò nel 1920 a Wadowice, in Polonia, a Grmada vicino a Trebnje e a Slivnica vicino a Maribor. Questa volta ci fermiamo a Falež.


Cento anni fa nasceva Štefan Falež, avvocato e dottore in scienze politiche. Era uno dei suoi connazionali che non accettava il consenso del dopoguerra. Rimase attaccato alla Slovenia, al cristianesimo e alla sua patria, anche se era all’estero. Partecipò alla preparazione dei viaggi apostolici di Papa Paolo VI. e faceva parte del suo entourage. Mantenne questo ruolo anche sotto Giovanni Paolo II. e lo accompagnò in 24 viaggi fuori dall’Italia fino al 1985. Successivamente lo accompagnò come “cortigiano” del Papa e come amico personale.

Contributo alla morte di Štefan Falež



Stefano Falez
Stefano Falez

© Foto dal libro: Ai figli e alle figlie della nazione slovacca

Durante la primavera slovena si legò a coloro che aprirono la strada all’indipendenza del suo paese natale. Ha condiviso le sue speranze anche con il papa polacco. Quando necessario aprì le porte a personaggi importanti del Vaticano e della politica italiana ai rappresentanti della Slovenia. Per questo motivo divenne il primo rappresentante autorizzato della Slovenia presso la Santa Sede e poi ambasciatore. È stato anche grazie a lui se il Vaticano ha riconosciuto la Slovenia il 13 maggio 1992 e ha incoraggiato i paesi della Comunità Europea a farlo. Štefan Falež ha partecipato alla preparazione e allo svolgimento delle due visite di Papa Giovanni Paolo II. in Slovenia. Era consapevole dell’importanza di ciò per un piccolo Paese così come per la Chiesa locale, che aveva molto sofferto nei decenni successivi alla guerra.


Da un punto di vista internazionale, la visita del Santo Padre in Slovenia è un successo per il Paese in quanto tale; che il Santo Padre ha accolto l’invito, che era essenzialmente un invito dei vescovi e delle conferenze episcopali, e che è stato ripetuto più volte anche dalle autorità statali. Quando si rese conto che la Slovenia non era sincera nel consolidare i legami con la Santa Sede, preferì rinunciare all’incarico di ambasciatore. Rimase fedele alla sua terra natale fino al suo viaggio verso l’eternità, in occasione della Festa dell’Immacolata nel 2009.



Agnese Alfonsi

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