Storie fotografiche che hanno intrecciato l’Italia

La Galleria Nazionale apre le porte a un ritratto fotografico delle “Cento Italie” dal periodo cruciale degli anni del fascismo alla rinascita del dopoguerra caratterizzata dal termine generico di neorealismo. Informazioni importanti: parte della selezione della mostra Neorealismo; La nuova immagine in Italia, 1932-1960che inaugura stasera, sarà in tournée al Metropolitan Museum of Art di New York questo autunno.

Il neorealismo rimane il termine generico che indica i cambiamenti estetici e tematici in molti ambiti dell’espressione artistica in Italia durante (soprattutto) il primo dopoguerra, e nella rete di fenomeni mediati dall’Italia nella storia culturale del XX secolo, è il più spesso indicato come l’etichetta per i capolavori cinematografici di Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e altri registi italiani del primo dopoguerra o per le realizzazioni di grandi studiosi contemporanei come Alberto Moravia, Italo Calvino o Primo Levi. È stato introdotto anche nell’evoluzione della pittura o dell’architettura, ma questa volta verrà proposto in un contesto fotografico, meno presente tra il pubblico, e resta oggetto di definizioni anche tra il pubblico della fotografia professionale.

Dalla mostra, organizzata dalla Galleria Nazionale, dalla Galleria fotografica di Lubiana e dalla gallerista locale Barbara Čeferin, e la cui autrice è critica, giornalista e curatrice della milanese Admira Enrica Viganò, ci si può aspettare proprio il consolidamento di questo concetto nella campo della fotografia.

L’inaugurazione della mostra delle opere di 72 fotografi, le loro rappresentazioni delle “cento Italie” e racconti che non hanno creato un grande racconto, ma con l’attenzione umana alle persone e alla vita, ai cambiamenti della società, agli ambienti e ai paesaggi umani, hanno tessuto ciò che è l’Italia oggi alle 19:00 e domani alle 20:00 seguirà nella Galleria delle foto l’inaugurazione di una mostra personale di uno dei principali rappresentanti del neorealismo fotografico.

Nino Migliori: Gente emiliana, Emilia-Romagna, 1959. © Fondazione Nino MiglioriIO

Uno strumento educativo

Sebbene il neorealismo sia principalmente associato al clima spirituale, attraverso il quale si riflettono gli echi della Seconda Guerra Mondiale e del successivo periodo di trasformazione dell’Italia, i suoi esordi nel campo della fotografia risalgono già al decennio precedente lo scoppio della guerra. . Simile al cinema o alla letteratura. Vittorio De Sica e Roberto Rossellini girarono negli anni Trenta nella nuova Cinecittà di Roma, centro della propaganda cinematografica di Mussolini, e collocano gli esordi del neorealismo letterario intorno al 1930 e vi collegano gli esordi di Alberto Moravia Gli Indifferenti dell’anno prima.

Nel sottotitolo della mostra di quest’anno l’anno di inizio è il 1932. Viganòeva scrive che quell’anno la Mostra della Rivoluzione Fascista immortalò la fotografia come mezzo “didattico” di comunicazione di massa, accessibile a tutti. Anche gli analfabeti hanno scoperto una lingua accessibile da nord a sud, indipendentemente dalle classi sociali e dai dialetti. “Era chiaro a tutti cosa poteva essere documentato e cosa no, ma anche in una gerarchia così rigida c’erano eccezioni e contraddizioni.

I fotografi addestrati a documentare il “mondo reale” avevano tra le mani uno strumento dalle potenzialità maggiori di quelle sfruttate dal regime. » Con la modernizzazione proclamata dal fascismo. In quegli anni i fotografi decisero di riporre qualche foto nei cassetti e di attendere tempi migliori, in cui le persone avrebbero apprezzato la loro visione del mondo di allora.

Il vero boom seguì la caduta del regime e la fine della guerra. La libertà di espressione e la necessità di creare una nuova identità italiana stimolarono il desiderio di documentare, di dimostrare la verità e di esplorare il territorio nazionale, di “riappropriarsi della realtà”, e anche i fotografi resistettero all’estetismo egoistico fotografico dei tempi passati.

Tranquillo Casiraghi: Abitanti di Torreta, Sesto San Giovanni, Milano, anni ’50. Foto: © Eredi di Tranquillo Casiraghi

“In fotografia, il neorealismo non ha codici predefiniti, non si identifica cioè con un’unica scuola, ma piuttosto con un insieme di più voci libere, a volte contraddittorie. Gli autori associati “arbitrariamente” alla poetica neorealista hanno lavorato con ambiti molto diversi approcci culturali dal punto di vista degli obiettivi e delle finalità”, scrive l’autore della mostra, dove sono esposte le opere di Carlo Bavagnoli, Gianni Berenga Gardin, Piergiorgio Branzi, Alfredo Camisa. , Maria Carbone, Mario Carrieri, Tranquillo Casiraghi, Alfa Castaldi, Cesare Colombo, Carlo Cosulich, Carlo Dalla Mura, Pasquale De Antonis e tanti altri.

Il ponte tra fotografia e cinema sarà, ad esempio, rappresentato dal lavoro fotografico del regista, sceneggiatore, produttore e attore Albert Lattuada, e parallelamente, una selezione di locandine di film ed estratti di capolavori del cinema dello stesso periodo, nonché come presentazione della letteratura neorealista, vengono annunciati. La fotografia verrà inserita nel contesto più ampio dell’arte dell’epoca.

La tensione sociale dell’epoca

Oggi Nino Migliori, 92 anni, che presenterà una personale alla Photo Gallery, è considerato un nome di spicco del neorealismo, un fotografo che ha stabilito un approccio innovativo nella creazione di storie fotografiche. Ha registrato l’ambiente in modo personale, ha ingaggiato lunghe conversazioni con i soggetti prima di fotografarli, ha rappresentato l’architettura, le soglie delle case con le persone… Nel suo lavoro, con l’aiuto della fantasia e con straordinaria sensibilità, ha unito il l’approccio cinematografico, la tensione sociale dell’epoca, il significato e la forza della narrazione attraverso la fotografia.

Mostra sul Neorealismo; Una nuova foto in Italia, 1932-1960 è già stata vista in Italia e in alcune parti d’Europa, e in autunno sarà esposta alla Grey Art Gallery di New York, e una selezione di 20 fotografie acquistate al Metropolitan Museum sarà esposto contemporaneamente, anche in questa sede d’élite. L’introduzione all’edizione inglese del libro, che accompagnerà l’ambientazione americana, sarà quella di Martin Scorsese.

Giuliano Presutti

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