Sul destino dello stabilimento Wärtsilä mercoledì prossimo a Roma

È appena tramontata la data della tanto attesa riunione del governo per il futuro della fabbrica Wärtsilä vicino a Boljunac. Mercoledì prossimo, 7 settembre, il Ministero dello Sviluppo Economico italiano discuterà della sorte dei 451 lavoratori dello stabilimento e di altrettanti dipendenti in attività correlate. L’incontro sarà presieduto dal ministro Giancarlo Giorgetti e riunirà rappresentanti del management della multinazionale finlandese, proprietaria dello stabilimento, che vuole trasferire la produzione “a casa” in Finlandia, sindacati e rappresentanti del governo provinciale FJK. .

Insistevano sempre di più i vertici regionali triestini dei sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil Alessandro Gavagnin, Marco Relli e Antonio Rodà. Questa mattina, insieme ai rappresentanti delle Rappresentanze unificate sindacali (Rsu), si sono precipitati dal prefetto di Trieste, Annunziato Vardè, e hanno avuto anche un incontro informale con il presidente della giunta provinciale, Massimiliano Fedrigo. Volevano che l’incontro si svolgesse prima del 14 settembre, quando saranno trascorsi due mesi dall’annuncio del trasferimento della produzione e il titolare dovrà, a norma di legge, presentare un piano industriale con proposte per mitigare le conseguenze della chiusura dello stabilimento.

Hanno promesso al prefetto che la lotta per il futuro della fabbrica non avrebbe oltrepassato il limite della legalità. È un desiderio comune. Vardè ha confermato ancora una volta di sostenere la lotta operaia, ma non può garantire il suo appoggio in caso di violazione della legge. Gavagnin, Relli e Rodà hanno confermato di voler fare il possibile, ma nei limiti di quanto consentito. Pertanto, non interromperanno il traffico, non installeranno barriere sulla strada, ecc. Come sottolineano fin dall’inizio, non vogliono che i dipendenti si trovino in pericolo o rischino conseguenze legali più gravi.

Altro domani (mezzogiorno) Primorske dnevnik.

Valeriano Detti

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