Dopo il duello alle elezioni legislative in Slovenia, Maurizio Tremul e Felice Žiža si contenderanno domani la presidenza dell’Unione Italiana (UI), l’organizzazione ombrello della comunità italiana in Slovenia e Croazia. Questa campagna elettorale non è stata così vivace come quella per un mandato garantito in Assemblea nazionale, ma non sono mancate le polemiche ei confronti piuttosto tesi, come quelli della radio e della televisione di Capodistria.
Alle elezioni di quattro anni fa, in cui Tremul era l’unico candidato alla presidenza, hanno votato poco più di cinquemila elettori su circa trentamila aventi diritto, un numero non proprio incoraggiante, anzi. L’unico candidato alla presidenza del comitato esecutivo (governo) è l’attuale presidente Marin Corva, che quattro anni fa ha sconfitto l’ex direttore del Teatro Italiano di Fiume Sandra Damiani. Quest’ultimo intendeva correre di nuovo questa volta, ma non ha raccolto firme sufficienti per la candidatura.
E perché Žiža ha deciso di candidarsi alla presidenza dell’Unione italiana dopo essere stato rieletto deputato a Lubiana? Ha detto ai giornalisti di essere stato infatti costretto a correre da condizioni molto precarie sia all’interno dell’organizzazione ombrello che della minoranza, soprattutto in Croazia, dove perde i contatti con il territorio, in particolare con la popolazione di lingua italiana. Secondo Žiža, l’Unione ha urgente bisogno non solo di una nuova e fresca politica, ma anche di una revisione radicale del personale, che Tremul non può davvero fornire dopo così tanti anni di leadership.
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