Quasi un secolo fa i romani demolirono due ettari del quartiere antistante l’ingresso del Teatro Nazionale e vi scoprirono uno dei siti archeologici più importanti della città. Quattro templi del periodo dell’Antica Repubblica Romana sorgono in quella che oggi è Piazza Argentina.
“I generali romani tornarono a Roma dopo le loro vittorie di guerra in Italia e in altri paesi del Mediterraneo e costruirono templi in onore di varie divinità. Questa regione è forse la migliore testimonianza di ciò, poiché questi sono gli elementi architettonici e decorativi meglio conservati”. spiegare Claudio Parisi Presicce, direttore dei beni culturali del comune di Roma.
Tra le tante attrazioni del sito, vale la pena evidenziare le pareti sotto il pino. Questo è il fondamento di quella che viene chiamata la Curia di Pompeo. E proprio qui, durante la famosa seduta del Senato, il 15 marzo del 44 a.C. nm No, accoltellato a morte Giulio Cesare. “Fu Giulio Cesare a ordinare il completo rinnovamento della curia, nella quale da secoli si riuniva il senato. Stavano per iniziare i lavori di costruzione, quindi il senato (in quel fatidico giorno) si riunì in un luogo che non era consueto” spiega Presicce.
Ora il sito è visitabile anche da disabili e non vedenti. Altri reperti sono stati esposti sotto la medievale torre del Papito. Presicce dice di loro: “Questi oggetti sono disposti in pannelli. Non si tratta solo degli elementi antichi, ma anche del loro successivo riciclaggio e divenire nel Medioevo”.
La ristrutturazione, durata due anni, non sarebbe stata possibile senza una donazione di sponsorizzazione di un milione di euro da parte dei gioiellieri della Maison Bulgari, con sede a Roma. Amministratore Delegato Bulgari Jean Christophe Babin Egli ha detto: “Così possiamo dare un contributo più ampio alla bellezza della città, e non solo pagando le tasse. Abbiamo sempre voluto essere in prima fila”.
La particolarità del sito archeologico di Trg Argentina è la più grande colonia di gatti della città. È curato da volontari che nutrono e sterilizzano i gatti. “Cerchiamo di avere meno gatti possibile, semplicemente perché non c’è casa per tutti. Solo un decimo di loro trova un padrone, un quinto finisce nei rifugi per gatti e il resto resta per strada. Sono 83 vivono qui. Il tipo che ama le persone, ce ne sono circa 30. Gli altri si nascondono qui “, lui dice Valentina Faella dell’Associazione Cat Colony sotto la torre di Piazza Argentina.
Ora che l’area del tempio è stata aperta ai visitatori, cambierà qualcosa? “No, né per noi né per i gatti. Chi era timido lo sarà ancora di più ora; altri più insolenti che vi abitano ora avranno ancora più contatti con le persone. E continueranno a vivere in un posto che tutti ci invidiano. Del resto non c’è nessuno che non ci invidi le rovine romane”. lui risponde.
La piazza romana dell’Argentina, contrariamente alla credenza popolare, non prende il nome dall’Argentina, ma dalla città francese di Strasburgo, che nell’antichità si chiamava Argentoratum.
Puoi guardare il video report qui sotto Janko Petrovac e videoregistratori Iris Runik.
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